il ciclo di Belgariad

David Eddings

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    Il segno della profezia (The Belgariad #1)
    David Eddings


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    CITAZIONE
    L'Orb, la gemma viva e senziente donata da un dio, per millenni era rimasta nella sala del trono dei Re di Riva, protetta dalla cupidigia dei popoli stranieri e assieme custode essa stessa dell'Occidente. Perché l'Orb racchiudeva la forza capace di equilibrare la perfida potenza di Torak, il dio sfigurato e maligno che teneva in suo potere tutto l'Est.Molti erano i guardiani della gemma, ma fra tutti, le leggende ricordavano soprattutto Belgarath, l'Uomo Eterno, e sua figlia, la maga Polgara. Tuttavia, quando l'Orb fu rubata, mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa dell'Occidente, nessuno sperava che Belgarath e Polgara in persona avrebbero guidato la cerca, destinata a riportare la gemma a Riva. E il giovane Garion, che sino a quel giorno aveva vissuto nella convinzione di non essere nulla più che un semplice contadino, certo non si aspettava di scoprire che l'Uomo Eterno e la maga Polgara erano suo zio e sua zia!Eppure le sorprese per lui erano solo all'inizio, se non altro perché lo attendeva un grande, ma pericoloso destino.

    Caro Eddings, cosa devo pensare mai di questo romanzo? Sono piuttosto pensierosa al riguardo, ma, visto che mi hai incuriosita abbastanza da indurmi a continuare la serie, immagino che la recensione debba essere fondamentalmente positiva.

    I punti forti de Il segno della profezia sono certamente i personaggi e l'umorismo. Questi sono diversi (e non solo nel numero), dato che abbiamo una compagnia che parte alla ricerca di un misterioso ladro. Abbiamo Belgarath e sua figlia Polgara, maghi plurimillenari tutt'altro che esenti da vizi e capricci. Abbiamo Silk dai mille nomi e i mille travestimenti, abile spia e bugiardo matricolato. Non c'è mercante che non tremi nel trovarselo davanti: ognuno di loro sa che con Silk si concludono solo pessimi affari (solo a proprio discapito, naturalmente). E poi abbiamo Barak, roccioso guerriero dalla barba rossa, e Hettar, capace di parlare ai cavalli.

    Oltre a questi personaggi navigati ed esperti di come va il mondo, poi, abbiamo Durnik e Garion. Sebbene dei due il ragazzo sia Garion, Durnik alle volte se ne esce con delle affermazioni così ingenue che fa dubitare della sua utilità alla compagnia. Ma è speciale per questo: qualcuno dovrà pur indignarsi per la mancanza di moralità di Silk, no? Se poi ci aggiungiamo che fa gli occhi dolci a quell'acidona di zia Pol...

    Garion è, invece, il perno dell'intera vicenda (a sua insaputa). Si ritiene solo un ragazzo e prevedo una lunga strada per lui. Data la sua età, è ancora ingenuo, ma forse sarebbe più corretto dire innocente. Ma è intelligente e impara in fretta a quale gioco si sta giocando (più o meno).

    Ebbene, questa allegra compagnia (come forse avrete intuito) non è di quelle che si macera nella disperazione della propria missione impossibile per salvare il mondo e far trionfare il Bene. Sì, certo, lo scopo del viaggio è questo, ma nessuno ha mai detto che si debba farlo con il muso lungo e vagonate di pessimismo. Ecco, questo è lo spirito di Eddings: salviamo il mondo, ma senza martiri. Il che comprende, oltre a una buona dose di umorismo, anche corruzione, inganno, qualche gola tagliata...

    Tuttavia, ho trovato la trama piuttosto manchevole. Tra i vari (e poco velati) riferimenti a Il Signore degli Anelli, non vi ho trovato elementi di originalità tali da attirare la mia attenzione. Mi sarebbe sembrato una tremenda minestra riscaldata se non fosse stato per questi personaggi che riescono a catturare l'attenzione del lettore e a portarlo fino alla fine del romanzo senza infamia (ma anche senza lode).
     
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34 replies since 16/7/2013, 21:56   217 views
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